Percorsi di Integrazione tra Dipartimenti delle Dipendenze e Dipartimenti di Salute Mentale dai protocolli, alle progettualità comuni, all’unificazione dei Servizi

L’epidemiologia dei disturbi mentali mostra una crescente rilevanza delle condizioni di comorbilità per uso di sostanze, la cosiddetta “doppia diagnosi”. I disturbi psicotici, quelli dello spettro bipolare e i disturbi di personalità gravi si accompagnano sempre più frequentemente, soprattutto nei soggetti giovani, a fenomeni di assunzione di sostanze illegali e legali (abuso e/o dipendenza secondo la vecchia dizione del DSM IV) o a dipendenze comportamentali di più diversa genesi (disturbo da gioco d’azzardo, per quanto riguarda le categorie DSM-5, IAD, dipendenze sessuali, alimentari, sportive, etc.). A fronte di dati costantemente in crescita, pur nella scarsa disponibilità di rilevazioni controllate in Italia, la percezione degli psichiatri e degli operatori appartenenti ai più diversi Servizi dell’area psicosociale in relazione alla crescente complessità del fenomeno è confermata da rilevazioni e trend già presenti in altre nazioni. Sono numerose, peraltro, le Regioni italiane che hanno promosso, sebbene con modalità diverse, processi di integrazione tra i Dipartimenti di Salute Mentale e i Dipartimenti Dipendenze. Questa tendenza risponde all’esigenza di facilitare le sinergie operative tra i due ambiti disciplinari ma, al tempo stesso, pone nuovi problemi organizzativi che non hanno ancora una risposta definitiva sia sul piano normativo che culturale o formativo. Infatti, i Servizi appartenenti ai Dipartimenti in oggetto, per quanto presentino caratteristiche comuni nell’operatività della presa in carico, mostrano altrettante differenze su fattori cruciali quali, ad esempio, i trattamenti senza consenso, le linee-guida per le terapie psicofarmacologiche o le linee di orientamento per gli interventi psicosociali. In alcune Regioni, inoltre, il processo di integrazione dei Dipartimenti Dipendenze nei Dipartimenti di Salute Mentale – già avvenuto o in corso – costituisce, nei fatti, un passaggio “storico” nell’evoluzione dei Servizi stessi in grado di rappresentare sia una necessità, in ordine ai bisogni complessi degli utenti, sia una opportunità in quanto i paradigmi di riferimento dei due ambiti possono arricchirsi reciprocamente. Non possono essere sottintesi, peraltro, anche i rischi di questo processo in quanto, se dovessero prevalere mere finalità di accorpamento o se uno dei due ambiti si proponesse come egemone nei confronti dell’altro, le conseguenze porterebbero ad un’impasse organizzativa o, addirittura, a vecchi conflitti “ideologici” tali da far arretrare l’evoluzione di sistema che questa opportunità offre. Allo scopo di produrre Linee di Indirizzo sull’integrazione tra Dipartimenti di Salute Mentale e Dipartimenti Dipendenze, la Società Italiana di Psichiatria delle Dipendenze – società scientifica sezione speciale della Società Italiana di Psichiatria (SIP) – promuove una conferenza di consenso con esperti provenienti dal contesto scientifico e clinico qualificati anche per il ruolo apicale organizzativo che svolgono. Tale proposta segue anche un position paper su questi temi che la Società madre – la SIP – ha sottoscritto con FederSerD e la Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza – SINPIA. Il documento che ne scaturirà – che verrà pubblicato su una Rivista nazionale e, possibilmente, internazionale – sarà anche proposto agli Uffici Regionali della Salute Mentale e delle Dipendenze ed alle Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie delle Regioni che, almeno in questa fase storica, hanno avviato – o sono in procinto di avviare – processi di integrazione organizzativa tra Dipartimenti.

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